Negli ultimi anni gli uccelli migratori che hanno svernato in Africa, anticipano sempre di più le date della migrazione primaverile. Pettirossi, merli, fringuelli ma anche rondini e pigliamosche sono costretti ad arrivare prima nei territori di riproduzione per adattarsi alle primavere europee sempre più precoci. Chi non si adatta, come sta succedendo a certe popolazioni di passeriformi, rischia si arrivare quando ormai le larve e gli insetti, necessari per lo sviluppo delle covate, sono già finiti. Di fronte a scenari come questi, serve a poco pensare ad alzare dighe, come ad esempio il MOSE: l'unica strada percorribile è la ri-naturalizzazione del territorio. Questa dovrebbe essere la prima vera grande opera pubblica di cui ha bisogno il Paese, e che porterebbe anche ad una significativa occupazione.
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