mercoledì 27 giugno 2007

Proprietà intellettuale dei farmaci


Un passo in avanti
L'Oms è chiamata a occuparsi in prima persona di proprietà intellettuale e accesso ai farmaci

Diritti di proprietà intellettuale, brevetti. Termini dal sapore legale ma collegati all’accesso ai farmaci ovunque, Paesi ricchi e poveri. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ne ha parlato nel corso dell’Assemblea mondiale della salute di quest’anno, a maggio, e la proprietà intellettuale ha trovato posto addirittura nel sottotitolo del comunicato stampa, per un accordo raggiunto all’ultimo minuto. Un tema di interesse comune. “Una risoluzione importante” racconta a PeaceReporter Nicoletta Dentico, analista delle politiche della salute per l’organizzazione Drugs for Neglected Diseases initiative (DNDi), che ha seguito i lavori dell’Assemblea, “perché per la prima volta si riconosce il ruolo attivo dell’Oms in materia di salute pubblica, innovazione e proprietà intellettuale, un ambito non più appannaggio esclusivo dell’Organizzazione mondiale del commercio”. La risoluzione riguarda in particolare il lavoro del Gruppo intergovernativo dell’Oms (IGWG, Intergovernmental Working Group), nato lo scorso anno per occuparsi di questi temi. “L’Oms ha tentato per diverso tempo di eludere la questione dei brevetti legata alla salute, ma ormai il dilemma fra diritti di proprietà intellettuale e diritto alla salute pervade qualsiasi argomento si discuta”. L’impegno dell’Oms. Lo scorso anno su questi temi era stato appunto costituito il Gruppo intergovernativo: sul piatto della bilancia è la possibilità di rispondere ai bisogni di salute di tutte le popolazioni, sul versante della ricerca, della diagnosi e della terapia. Ne è seguito un anno intenso e la risoluzione discussa quest’anno. Un interesse globale sottolineato dall’impegno, riportato nel comunicato dell’Oms, di Margaret Chan, Direttore generale dell’Oms. “La risoluzione vincola l’Oms ad attivarsi con maggiore autorità e senso del proprio mandato su questa materia” conferma Dentico. “Quando l’Oms, tra gli incontri dell’Assemblea, ha indetto il resoconto tecnico sul Gruppo intergovernativo, la sala era stracolma, non solo di rappresentanti di governi. Margaret Chan ha capito la rilevanza e delicatezza del tema, fonte di tensione fra governi, aziende farmaceutiche e società civile. Le critiche all’Oms sono giunte soprattutto dai Paesi del sud del mondo, con una chiara richiesta di rivedere le politiche attuali e ripensare le regole degli incentivi all’innovazione medica”. I punti della risoluzione. “La risoluzione ribadisce l’importanza della creazione del Gruppo intergovernativo”, continua Dentico. “Riconosce l’assunzione di responsabilità del Direttore generale, impegna gli stati membri a un sostegno pieno e una partecipazione attiva al Gruppo, anche attraverso il necessario sostegno finanziario, per assicurare il completamento del suo mandato. Chiede all’Oms di garantire ai Paesi poveri l’adeguato supporto tecnico per l’attuazione di tutte le flessibilità contemplate nell’accordo sulla proprietà intellettuale. Un punto di non ritorno: per la prima volta viene chiesto all’Oms un ruolo da protagonista in questa vicenda. Inoltre, chiede all’Oms di farsi promotrice di nuove politiche per l’innovazione, in alternativa o complementari alla protezione brevettuale attualmente vigente. Politiche in grado di favorire un uso più creativo, innovativo ed efficiente degli stessi brevetti, ovvero volte a introdurre una sostanziale riforma dei meccanismi di incentivo per la ricerca, tali da separare sempre più il costo per la ricerca da quello del prodotto finale. La sfida del Gruppo di lavoro intergovernativo è quella di creare nuovi incentivi per promuovere la ricerca a prescindere dal prezzo del farmaco, del vaccino, del diagnostico. E’ la prima volta che viene esplicitato a chiare lettere” conclude Dentico, “si tratta di una piccola rivoluzione”.

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