domenica 1 luglio 2007

Codice della Strada del Vaticano


Arriva il codice della Strada del Vaticano. Non è uno scherzo, ma quanto ha appena fatto il Consiglio Pontificio per la Pastorale dei migranti e gli itineranti: un importante - e per certi versi storico - documento dedicato proprio al popolo della strada, diviso in quattro categorie: viaggiatori, prostitute, bambini senza famiglia e barboni.
L'iniziativa è molto seria e non a caso è stata presentata direttamente da dal cardinale Raffaele Martino, Presidente del Consiglio per i migranti, e da monsignor Agostino Marchetto, segretario dello stesso organismo.
Motivo? Il fenomeno del malcostume su strada preoccupa davvero la Chiesa cattolica che assiste ogni giorno all'aumento di una categoria di peccatori sempre più incalliti e allo stesso tempo inconsapevoli: gli automobilisti, i motociclisti, gli adolescenti a bordo di ciclomotori e city-car. "Persone - come spiegano al Vaticano - che hanno ormai trasformato le strade del mondo in un palcoscenico di prepotenza, violenza, egoismo, omicidi, bestemmie".
Ma cosa contiene questa specie di codice della strada cattolico? Nel primo capitolo - quello dei viaggiatori - la Santa Sede stila una sorta di scuola-guida spirituale. "Il ricorso ai nostri intercessori celesti - si legge nel manualetto di 58 pagine - non deve far dimenticare l'importanza del segno della croce, fatto prima di iniziare un viaggio". Ma anche recitare il rosario tutti insieme, durante le lunghe percorrenze, servirà a "sentirsi immersi nella presenza di Dio, a rimanere sotto la sua protezione".
Il Codice spiega che c'è bisogno di "protezione divina". E su questo è difficile dargli torto: il Vaticano sottolinea che nel solo 2000 sono morte 1 milione e 260 mila persone, in incidenti stradali di cui il 90 per cento dovuto ad "errore umano". Senza considerare che la situazione in Italia è una delle peggiori in Europa...
I veicoli , ammonisce la Santa Sede, "anzichè servire in modo prudente ed etico per la convivenza, la solidarietà e il servizio degli altri", sono spesso trasformati in strumento di "abuso", di "dominio"sugli altri. di sfoggio di potere e denaro. "I comportamenti poco equilibrati variano a seconda delle persone e delle circostanze: mancanza di cortesia, gestacci, imprecazioni, bestemmie, perdita del senso di responsabilità, violazioni deliberate del codice della strada", spiega il codice vaticano.
"Vi sono altresì i casi di guida senza abilità fisica o capacità mentale, per l'abuso di alcool e di altri stimolanti o droghe, per stati di spossatezza o sonnolenza", aggiunge. "Vi è il pericolo derivante dalle minimacchine (citycar) affidate a giovanissimi e adulti privi di patente, e quello dell'uso spericolato dei ciclomotori e delle moto".
La Chiesa in tutti i casi non si limita solo a dare una guida di comportamenti: sono anni che è impegnata direttamente nell'educazione stradale, attraverso cappelle lungo le autostrade, con preti negli autogrill e nei luoghi di sosta, sacerdoti ai raduni automobilistici e motociclistici. E ora lancia anche un severo monito alle autorità dello Stato a fare di più per prevenire gli incidenti e le inciviltà della strada. Ricordando a chi guida il comandamento basilare del decalogo: "non uccidere".

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