venerdì 28 ottobre 2011

licenziamo licenziamo

Non posso esimermi di commentare quest'ultima uscita sul panorama europeo del nostro premier.

Mi ero promesso di non guardare più la TV, per evitare di cadere nelle trappole dei vari Tg e dei cosiddetti "programmi di approfondimento", perchè, è scientificamente provato (vedi il mio taccuino), non riesco a digerire dopo tali visioni.

Risultato: non ho mantenuto la promessa.

Guardando per 5 minuti il programma su La7 "piazza pulita", un rappresentante in parlamento del popolo delle libertà, interpretava la nuova promessa fatta all'Europa in tema di licenziamenti. Facendola breve (con il machete, sennò nessuno leggerà la fine di questo noiosissimo post) questo esponente diceva che le imprese sono libere di licenziare, a quel punto però sarà lo Stato che si occuperà del disoccupato garantendo la sussistenza.

Mi vengono spontanee due considerazioni:
  1. forse ho letto un'altra lettera, ma dove sta scritto che lo Stato si prenderà carico dei licenziati? Con quali risorse se già adesso chi paga le tasse lavorando non ha servizi degli di questo nome?
  2. lo zampino di confindustria è evidente, al di là dei commenti positivi, dopo che per settimane si volevano "defilare dalle responsabilità del governo", l'interpretazione del parlamentare in perfetta sintonia con la tipica metodologia di "capitalismo" italiano: personalizzazione degli utili (l'impresa) e collettivizzazione delle perdite (lo Stato).
Conclusione: dal momento in cui il lavoro è diventato mercato, è diventato un costo come può essere un cesto d'insalata o una cassetta di pomodori, fino a quando non verrà di nuovo riconosciuta la dignità del lavoro, le persone, anzi gli individui che di esso vivono, non saranno nient'altro che consumatori di altri mercati.

Lo status di cittadini è alla prossima fermata.

grazie

2 commenti:

viola ha detto...

In questo periodo mi sento un cesto di insalata! sono un costo per l'azienda dove lavoro (mi vedono solo come costo non vedono quello che produco) Sono un cesto di insalata costosa e va tagliata. Oppure spostata così a caso dove c'è bisogno. Mi rendo conto che ci sono lavoratori in condizioni peggiori delle mie, per ora, ma mi viene la nausea al pensiero di dare le mie ore e il mio impegno per gente così! Si, reagiamo !!

Anonimo ha detto...

...me ne dovrò andare all'estero?