martedì 19 giugno 2007

La trappola del carbone


Negli Stati Uniti il carbone manda in fumo le speranze degli ecologisti."Per ridurre i gas a effetto serra, il mondo dovrà smettere gradualmente di usare i carburanti fossili, soprattutto il carbone che genera la metà dell'energia degli Stati Uniti ed è responsabile del 32 per cento delle emissioni di anidride carbonica", scrive il Los Angeles Time.Il quotidiano indica tre strade per riuscirsi: "La prima è la più semplice e la meno efficace: ordinare a chi inquina di fare pulizia. Ma non si capisce come. La seconda è il sistema dei crediti: le aziende alle quali conviene ridurre le emissioni vendono i loro crediti a quelle che hanno più difficoltà, come scritto anche nel protocollo di Kyoto. Ma in Europa non ha funzionato: i tetti di emissione sono troppo alti e i costi ricadono sui consumatori. Meglio la terza, la tassa sull'anidride carbonica: incoraggia le aziende a investire su fonti di energia alternative e fa risparmiare i contribuenti: il denaro incassato dallo stato può essere usato per tagliare le tasse. Purtroppo tale metodo non sarà applicato, perché agli elettori l'idea della tassa non piace".Il New York Times invece si sofferma sulle soluzioni al doppio problema della dipendenza energetica e del riscaldamento globale: "Una politica destinata a risolvere un problema non deve peggiorare l'altro. Eppure questo potrebbe essere il risultato dell'eventuale apertura di impianti per convertire il carbone in benzina: l'abbondanza di riserve di carbone negli Stati Uniti lo rendono ideale per sostituire il petrolio, ma le emissioni di questo carburante inquinerebbero quasi come il diesel. Si devono esplorare nuove strade". Il Washington Post chiede la fine delle sovvenzioni alle centrali a carbone che forniscono energia alle zone rurali, perché non sono incoraggiate a investire sulle fonti di energia alternativa.

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