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mercoledì 21 novembre 2007

Acqua e semi



Sono particolarmente pessimista oggi, ma facendo 2+2 sono giunto ad una conclusione: stanno comprando la vita.
L'acqua che rappresenta la vita per antonomasia, è in vendita. Un qualunque individuo o azienda con molto denaro può comprarsi una falda acquifera, triplicarne il prezzo e vedere automaticamente spremiato il tuo investimento perchè la gente è costretta ad utilizzare acqua per vivere.
Allo stesso modo succede con i semi, cioè con la culla della vita alimentare e quindi della soppravvivenza stessa dell'uomo. Le grandi multinazionali detengono infatti il brevetto sul DNA della trasgrande maggioranza dei semi di ciò con cui ci sfamiamo.

Quand'è che Dio ha messo in vendita la natura? non me ne sono accorto.

lunedì 15 ottobre 2007

Sono inorridito


Vi prego, leggete questo articolo apparso su "la Nazione" di Domenica scorsa. Io trovo la condotta morale di quest'uomo assolutamente scandalosa. Frasi come quella che cito mi fanno venire il voltastomaco: "[...] si ritiene che l'acqua sia un diritto incontrovertibile. Invece è un bene che si acquista, si paga ed è soggetto alle regole del diritto". Ripeto sono indignato. Quest'uomo, Renzo Fagioni, è vicepresidente di Publiacqua, non è messo in quel ruolo perchè è stato bravo a scuola o perchè ha vinto un concorso, lo ha messo la politica. E la politica a Pistoia (che non scordiamocelo è il socio di maggioranza di publiacqua) è da 50 anni del solito colore, per giunta da due anni è anche il colore del governo nazionale, il solito che, nel programma, ha scritto, a chiare lettere, che l'acqua è un bene comune e non un merce. Quest'uomo quindi, oltre ad essere incoerente con la linea politica attuale, ha clamorosamente violato un diritto umano, e va, quindi, assolutamente rimosso dalla carica. Non esagero, il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti Economici, Sociali e Culturali ha affermato che l’accesso ad una fornitura adeguata di acqua per uso personale e domestico costituisce un diritto umano fondamentale di ogni persona. Nel suo “Commento generale” n°15 sull’attuazione della Convenzione internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966, il Comitato precisa che “il diritto umano all’acqua è indispensabile per condurre la propria esistenza in condizioni di dignità umana". Ci sarebbe abbastanza materiale per una denuncia al tribunale internazionale. Se proprio vogliamo insistere però, abbiamo anche l'aiuto dal parlamento europero [1. Strategia per il Mercato interno – Priorità 2003-2006 - soluzione del Parlamento Europeo sulla comunicazione della Commissione al Consiglio, al parlamento Europeo, al Comitato economico e
sociale ed al Comitato delle regioni(COM(2003) 238- C5-0379/2003-2003/2149(INI)] che dice:
[...]
3. respinge i tentativi di fare disciplinare le acque ed i servizi di smaltimento e dei rifiuti da una direttiva settoriale del mercato unico; ritiene che non si dovrebbe realizzare la liberalizzazione dell’approvvigionamento idrico (compreso lo smaltimento delle acque reflue) in vista delle caratteristiche spiccatamente regionali e delle responsabilità a livello locale in materia di approvvigionamento di acque potabili e di vari aspetti relativi all’acqua potabile; chiede tuttavia, senza arrivare alla liberalizzazione, che l’approvvigionamento idrico venga "ammodernato" secondo principi, standard qualitativi e requisiti di efficienza;
[...]
5. ritiene che, essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non debba essere assoggettata alle norme del mercato interno;

mi sembra già abbastanza

giovedì 4 ottobre 2007

domenica 23 settembre 2007

Alex Zanotelli e Marcia per la Giustizia



Ho avuto l'onore di ascoltare Alex Zanotelli dal vivo, sul palco della marca per la giustizia a Quarrata. E' stato davvero un onore perchè raramente ho potuto ascoltare parole così cariche di passione e di dolore nello stesso tempo, non sono riuscito a non ascoltarlo. Ad un certo punto quando ha detto che lui è un missionario comboniano venuto dalla tribù nera per convertire la tribù bianca, mi sono commosso. Ha parlato con disarmante precisione del problema rifiuti in campania, ringraziando il buon Dio perchè è riuscito a mandar via Bertolaso, dando la colpa a due precisi soggetti: la camorra, che fa affari con la spazzatura (la 'munnezaa è ricchezza), e le istituzioni, che, guarda caso, fanno affari con la spazzatura. Ha snocciolato cifre agghiaccianti sullo stato di salute del nostro pianeta, ha detto fino allo sfinimento che la battaglia delle battaglie è quella per l'acqua pubblica, che chi giochiamo tutto sull'acqua, la determinazione di quest'uomo mi ha veramente sconvolto.

giovedì 13 settembre 2007

Un po' dei numeri


Partiamo da un assioma: l'acqua è vita, ed è l'elemento fondamentale per la vita umana.

Solo il 3% di tutta l'acqua presente sulla terra è potabile ed il 2,7% viene utilizzato dall'industria. Il rimanente 0,3% è destinato all'uso quotidiano degli uomini.
E' su questo 0,3% che le multinazionali si stanno combattendo, cosa succederà quando tutta l'acqua sarà in mano a dei privati?

Nel 2050 si stima che occorreranno 2 pianeti come il nostro, per far fronte alla crescente domanda di energia.

Sempre nel 2050 si stima che serviranno 4 pianeti come il nostro per i rifiuti.

Tra 40 anni tutto il pesce che abitualmente è sulle nostre tavole sarà esaurito e saremo costretti a mangiare meduse.

Dove stiamo andando?

sabato 4 agosto 2007

Acqua da evitare


Grazie all'imbeccata di Matteo, sono riuscito finalmente a capire le acque da evitare come la peste (fonte: http://www.nestle-waters.com/en). Resto dell'idea che la cosa migliore da fare è quella di utilizzare acqua di fonte, o della cannella, e vi consiglio di rileggere il post su imbrocchiamola.




Ecco la lista:


Nestlé Pure Life, Nestlé Aquarel, Nestlé Vera, Acqua Panna, S. Pellegrino, Perrier, Vittel, Contrex, Aqua Claudia, San Bernardo, Lora, Recoaro, Levissima e Pejo.

mercoledì 25 luglio 2007

L'acqua fresca sulle Dolomiti, la trovi solo in bottiglia...


chiunque di voi sia stato sulle Dolomiti, sarà sicuramente rimasto impressionato da un ambiente bellissimo, punteggiato da paesini pulitissimi, dagli abitanti con marcato accento austriaco e dai modi di fare degni del popolo d'oltralpe, ma soprattutto della ricchezza d'acqua con fontanelle pronte a rinfocillarti con il loro getto gelato...
Bene, se andate a fare un'escursione e vi appoggiate a qualche rifugio per la notte, scordatevi tutto questo. Ci sono rimasto molto malissimo, ma tutti i rifugi dolomitici hanno tolto le fontanelle che fornivano acqua gratis, e l'unico modo per rinfocillarsi è quello di acquistare una pratica e plastificata bottiglia di acqua minerale dai prezzi supersonici. Una bottiglia da 1,5 litri 2,70 €... Ho intenzione di scrivere al presidente del CAI per denunciare questo scandalo, se volete essere anche voi firmatari dell'iniziativa, basta che me lo comunichiate.

martedì 24 luglio 2007

Mettila in brocca!!!



L’acqua del rubinetto contro l'acqua in bottiglia. Al ristorante o in pizzeria è ormai prassi bere acqua minerale: ma non è un obbligo, semmai, anche qui, un balzello. Nulla vieta, ma davvero nulla, di chiedere “l’acqua in brocca”. Gli esercenti non possono rifiutare la richiesta (anche se spesso capita che restino spiazzati, e si arrampichino sugli specchi). Chiedere l’acqua in brocca è un modo non tanto per risparmiare quanto di riaffermare che l’acqua pubblica è la migliore, inquina di meno (non viaggia su e giù per l’Italia con i tir) e non può diventare oggetto di scambio. Un’azione “politica”, come la definisce Camilla Lattanzi, ideatrice della proposta, nell’articolo che segue.

Per maggiori informazioni e per scaricare il volantino informativo da lasciare ai ristoratori: http://www.imbrocchiamola.org/

A casa, ma quest’estate anche al ristorante, in pizzeria, al bar; e all’esercente che vi dirà che non può servirvi l’acqua del rubinetto spiegate che non è vero. Storia di un’idea che si diffonde. di Camilla Lattanzi

In Italia siamo i primatisti mondiali nel consumo di acque minerali. Le grandi marche dell’imbottigliamento ringraziano, e condizionano le nostre vite. Ci infliggono mal di schiena e stimmate alle mani conseguenti al trasporto in casa delle pesantissime confezioni da sei bottiglie da un litro e mezzo. Ci inquinano l’aria con le diossine prodotte dall’incenerimento delle bottigliette in pet e con i gasoli dei trasporti su strada. Strapagano veline, calciatori e ora anche passerotti parlanti da fare invidia a San Francesco, per convincerci a consumare addirittura l’acqua “a zero calorie”, e il bello è che ci riescono, visto che ogni italiano consuma oggi in media 188 litri di minerale in bottiglia, tre volte più di vent’anni fa.

Come se non bastasse, ci hanno anche scippato la brocca d’acqua dal “coperto” quando mangiamo al ristorante.

E provate a chiedere a un bar un bicchiere d’acqua: vi guarderanno come se foste un malato contagioso.

La campagna “Imbrocchiamola!” nasce per reagire a questa situazione insopportabile. Se l’acqua “del rigattiere”, controllata e imbottigliata mesi or sono, dal prezzo circa duemila volte superiore a quella del rubinetto, ha sfondato, allora vuol dire che la mano invisibile del mercato di Adam Smith è diventata più lesta della mano di Arsenio Lupin: urge passare al contrattacco.

“Imbrocchiamola!” intende svelare, dal basso, i paradossi legati al consumo smodato di acque minerali, e così i ConsumAttori e Controradio -nell’ambito della trasmissione “Questione di stili”, un programma su stili di vita e consumo critico arrivato quest’anno alla terza edizione- hanno lanciato una campagna per una guida ai ristoranti di Firenze e dintorni che evidenzi “chi la dà” e “chi non la dà”, intendendo naturalmente i ristoranti, le pizzerie, le trattorie che sono disposti -o meno- a servire la brocca d’acqua del rubinetto.

Non sarà facile contrastare una manipolazione culturale che raggiunge livelli paradossali. Quando al ristorante si chiede la brocca, le risposte sono le più fantasiose: “Non c’è”. “Non è buona”. “Non è potabile”. “È vietata”. “Non abbiamo le brocche. Non ce la chiede nessuno”. “Non ve la consiglio”. “Non ci possiamo prendere la responsabilità”. E ancora: “Se è per il prezzo, ve la regalo”. E via così, in un crescendo di affermazioni surreali; in realtà non solo il regolamento igienico sanitario (L.283/62 e Reg. Comunitario 852/2004) ma anche la logica più elementare ci dicono che un esercizio pubblico che fosse davvero privo di acqua potabile meriterebbe la revoca della licenza: non si vorrà mica insinuare che c’è chi lava l’insalata con acqua minerale?

Per esempio: le amministrazioni comunali (dalle quali dipendono le licenze per bar e ristoranti) potrebbero prevedere l’obbligo per gli esercenti di mettere a disposizione acqua in brocca sui tavoli, come servizio per la comunità. Accade all’estero, può accadere anche in Italia.

In ogni caso, la campagna “Imbrocchiamola!” è una strada tra le molte sulla quale sarà utile avviarci per non trovaci, un giorno, a dover acquistare anche l’aria che respiriamo.

lunedì 11 giugno 2007

L'ACQUA E' DI NUOVO PUBBLICA!!! forse...


Ce l'abbiamo fatta!!! Le migliaia di persone che hanno firmato la petizione per rendere di nuovo pubblica l'acqua (forse) hanno vinto!!! Per ora l'emendamento è passato alla camera, se passa indenne anche al senato la gestione dell'acqua passerebbe di nuovo a regione e comuni.
Coloro che hanno raccolto la volontà popolare sono Bonelli Angelo e Trepiccione Giuseppe, santi subito!!!